Greg Tiernan e Conrad Vernon (2016).

Seth Rogen, Evan Goldberg e Jonah Hill, tre autentici talenti statunitensi, scrivono una cosmologia del supermercato. Il risultato è sorprendente. I prodotti tutte le mattine si svegliano e non aspettano altro che di essere acquistati, per raggiungere il tanto agognato “Grande Oltre”, luogo dove gli dei umani potranno traghettarli verso l’eterna e platonica realizzazione (le salsicce potranno finalmente deflorare le panine, sic). Non sanno che fuori dalle porte del supermercato invece saranno tutti mangiati, cioè sterminati. In un dissacrante climax di volgarità, che culmina sul finale in una cerimonia orgiastica di quelle che raramente si vedono al cinema, una farragine di allusioni politiche e sessuali si amalgama in un bildungsroman sui generis, che vede il wurstel Frank impegnarsi in un doloroso percorso di autoformazione fondato sulla ricerca della verità. Attorno a lui figure di ogni tipo giostrano una rete di gag, tendenzialmente riuscite, fra le quali spicca quella reiterata del rapporto fra una piadina da kebab e un bagel, i cui scaffali di riferimento (quello halal, e quello kosher) sono in conflitto poiché ognuno ritiene che l’altro gli stia invadendo spazio vitale.

Un film impossibile da realizzarsi se non come cartone animato (qui V.M.14, ma davvero, non è roba per bambini), con una conclusione parossistica e sfacciatamente metafilmica, e che non lesina una buona dose di splatter ortofrutticolo, per gli appassionati del genere.