Luc Besson (2013).

Non la faccio lunga. L’ho visto qualche anno fa, non mi è piaciuto. L’ho rivisto un paio di sere fa, l’ho amato. Mi capita, a volte, col cinema di Besson (altre volte, tipo con Lucy, non mi capita; altre volte, tipo con Léon, lo amo da subito). Volevo solo dire che c’è certamente una delle scene più belle della Storia del cinema, possibile solo perché esiste una Storia del cinema.
Robert De Niro è un mafioso “pentito” inviato in Normandia con un programma di protezione testimoni che si trova in un cineforum dove viene proiettato “Quei bravi ragazzi”. Non è finita. Lui riconosce nel film alcune vicende della sua famiglia (nella diegesi), mentre ovviamente non riconosce se stesso, così come tutti gli altri in sala. E dopo, per suggellare il tutto, improvvisa un’esegetica mafiosa dell’opera di Scorsese. Cortocircuiti metafilmici così commoventi io li vedo di raro.