Werner Herzog ( 2016).

Quello fra Herzog e i vulcani è un rapporto ultradecennale. Un rapporto intestino, viscerale, definitivo. Il vulcano è per Herzog il padre nobile del mondo, nella sua potenza distruttrice si individua l’anima creatrice. Così in un film sui vulcani, fra le surreali pieghe del magma colante, il pianeta che abitiamo è tessuto a partire dai suoi antipodi, dalle sue estremità. Dall’Islanda alla Nord Corea (immagini bellissime, quelle qui ambientate), da Vanuatu coi suoi culti del cargo all’Etiopia coi suoi resti dei primi ominidi, antichi cannibali, storici di regime, antropologi indonesiani e biofisici californiani valicano i confini dell’eterogeneità maxima a partire dal comune denominatore del vulcano. Il risultato è affascinantissimo, e non può che ammaliare (suppongo) anche coloro che hanno storto il naso di fronte a Lo and Behold, perché qui Herzog ci crede, e per davvero.