Luca Vecchi (2016).

Ho visto “The Pills – Sempre meglio che lavorare”, e dissento dalla buona parte delle recensioni negative che ho letto sinora. Il film funziona, in un modo tutto suo, e anche se gioco forza è più convincente per chi conosce l’estetica del trio risulta divertente anche per il neofita. Il tema di fondo è davvero trito – la paura di crescere e di fallire, la sindrome di Peter Pan – e afferisce allo sfruttatissimo serbatoio italiano del discorso nostalgico (sembra davvero di vedere “Tre uomini e una gamba” in alcuni passaggi), eppure è declinato in modo originale, con sprazzi di satira a volte davvero esilaranti (il mondo ribaltato dove sono i mendicanti a offrirti un lavoro e tu che lo rifiuti sdegnato) e un’impostazione da teatro dell’assurdo che non si vede spesso nel cinema nostrano (ma neppure estero). Si coglie insomma una sincera progettualità cinematografica di fondo, certamente da affinare in alcuni punti (il bacio nella fontana con fuochi d’artificio a contorno è nauseante), ma che fa ben sperare e che dimostra il talento dei tre romanacci. Speriamo ci siano altre occasioni.