(Sorelle Wachowski e Straczynski 2015-2018).

Si potrebbe, come per tutto, essere ipercritici verso Sense8. Tuttavia Sense8 non se lo merita. Certo, il lato “fantascientifico” e le derive “action” rischiano di sbrodolare un po’, ma in fondo a chi importa? Sense8 è altra cosa.

Innanzitutto è probabilmente uno dei più ragionati, creativi, non banali, intelligenti e commoventi manifesti antirazzisti, antiomofobi, antidiscriminazione di ogni tipo e forma, degli ultimi anni se non decenni. Nella serie le diversità convivono, si fondono, si fanno un tutto armonico che è maliziosamente presentato come la vera, potente, biologica e interconnessa evoluzione dell’essere umano. Le Wachowski firmano così un’opera che è sia un’intima confessione sulla propria transessualità, come forma d’amore di portato universale, sia uno schiaffo in faccia agli zotici provinciali dozzinali idioti che spendono ancora il proprio tempo nel 2018 a stigmatizzare e ghettizzare (simbolicamente e non) tutto quello che ha il vago retrogusto di diversità.

E ancora Sense8 è opera visivamente e cinematograficamente (sì, cinematograficamente, pur parlando di una serie tv) straordinaria, ove la forma spesso virtuosistica (montaggio vertiginoso, set immensi dislocati in varie parti del mondo, estetica del videoclip, etc) non è mai e dico MAI fine a se stessa, ma sempre coerentemente legata al suo contenuto di fondo (quello di cui sopra).

L’episodio finale, di appena due ore e trenta minuti (che scorrono in un lampo), elegantemente trascende il trascendibile, riconsidera col budget a disposizione alcuni stilemi optando per due sole città (Parigi e Napoli), la butta ogni tanto sul misticismo e sull’hackerismo (due fisse delle Wachowski purtroppo spesso troppo sottovalutate), lancia qua e là saporiti accenni metalinguistici, e infine corona con lieto e improbabile finale una serie il cui primo merito è stato quello di (r)esistere fino alla fine (a fronte della vastità di serie di cui faremmo più che volentieri a meno), chiudendo il cerchio con una coraggiosa sequenza orgiastica – non l’unica della serie – che, per quanto è tenerona, non potrà che suscitare nei più romantici la proverbiale lacrimuccia.

Voto: 10