(Sorrentino 2018).

Chi mi conosce lo sa, io Sorrentino lo digerisco davvero poco. I suoi film mi ricordano quei tanti buzzurri che per sembrare eleganti si vestono di tutto punto, ma poi appena parlano ti accorgi che sono aggraziati come un elefante in una cristalliera. Ecco, “Loro 1”, essendo un film di Sorrentino, è sostanzialmente una buzzurrata, ma stavolta mi sento di dire non tutta da buttare. Intanto bisognerà aspettare la parte 2, dove, presumibilmente, tutti i non detti esploderanno (strategia di marketing questa che fa un po’ girare i cosiddetti). Stando sulla parte 1: la prima mezzora ha degli elementi rispettabili, specie nella parte pre-titolo. E specie se si accettano le solite sorrentinate tipo la capretta che guarda in macchina e che è messa lì perché viva il surrealismo e viva Dalì (tipo il rinoceronte uscito da Jumanji). Scamarcio è bravino, Servillo non assomiglia a Berlusconi ma va bene così, il resto è contorno preso dagli scarti della Grande Bellezza; Il potere è magnetico e insensato, e questa è una buona idea; le tv di berlusconi sono niente più che il nuovo stimolo-risposta modello Skinner/Pavlov solo che al posto delle bistecche ci stanno i culi, le tette, e Forum, e questo è più che veritiero; Berlusconi è una semidivinità che può permettersi di fare qualsiasi cosa perché tanto è circondato da timorati, e mi pare aderente alla realtà; il pueblo, ovviamente, non sembra esistere; quella sorrentiniana è un’ontologia esclusiva trincerata nelle torri di cocaina della politica; unica inserzione della “gente”, il camionista che muore male perché distratto da un ratto, di cui non si parlerà più, perché vale quanto il ratto e questo è tutto.
Insomma, sprazzi di acume, da cui si cavano un po’ di dati positivi, fluttuanti, purtroppo, in un mare di noia, che fatica a stento ad arrivare alla fine. Sospendiamo il giudizio e ne riparliamo a metà Maggio.