Tutti amano il Cinema Trash. NB: questo articolo è brutto

Li chiamavamo B-Movies, e dicevamo che erano brutti. Chi li avrà finanziati? Come si fa a girare una roba del genere? Ma che schifezza è? Ce lo chiedevamo soddisfatti attorno a una birra, eravamo dei piccoli critici pronti per il Corriere, o forse dei critici pronti per il Corriere dei Piccoli. Però li guardavamo, magari soltanto per curiosità, o per vedere fino a dove potevano giungere la bruttezza e l’abbrutimento di certe pellicole, ma li guardavamo.

Poi ne sono successe di cose, è arrivato Tarantino, ma questo lo sanno già tutti, e comunque il suo fine è sempre stato un altro, trasformare il brutto in bello, non produrre brutto per il piacere del brutto. Abbiamo conosciuto il Machete di Rodriguez, film gradevolmente sporco dove il butteratissimo Danny Trejo si faceva strada fra i suoi nemici a colpi d’arma da taglio, finanche usando gli intestini di uno qualunque come liana. Ma di nuovo, era un B-Movie snaturato, ricondotto per forza di cosa a un’estetica che voleva dirci che proprio nella turpitudine albergava la scintilla del piacere.

Ma no, ma no, il “trash”, il cinema spazzatura, l’immondizia visiva è altra cosa. Nemmeno ce n’eravamo accorti ma mentre Quentin e Robert si lambiccavano per ribadire quello che avevano già detto c’era qualcuno che, avanguardista per davvero, voleva per davvero fare film brutti. Nascevano così tesori rari come Sharknado, culto inguardabile che mescola squali volanti e tornadi in un’improbabile apocalisse risolta nei modi più inverosimili, finanche entrando dentro un pescecane in volo, facendosi ingurgitare, e aprendosi un varco dall’interno del predatore a colpi di motosega. Chi mai userebbe 86 minuti della propria vita (86 minuti che nessuno ti restituirà mai) per assistere a uno scempio di tale portata, ci siamo chiesti, e la risposta è stata: milioni di persone.

Il film è esploso trasformandosi in vero e proprio fenomeno di culto, e tutti lì a dire “Sharknado fa cagare”, ma intanto tutti lo vedevano. E quanti zombie abbiamo masticato mentre loro sbocconcellavano cervelli, e quante risate ci siamo fatti guardando le videorecensioni di Yotobi che non esitava a darci in pasto le peggiori oscenità.

Fra pecore mannare e carnosauri, legioni di formiche assassine e squali ovunque. Erano, sono, ovunque, piovono letteralmente dal cielo. Uomini squali e squali mangiauomini, ma anche rettiloidi, aracnidi famelici, anaconde in ogni anfratto. Fra si scova il peggior film horror mai girato, dal titolo “Il peggior film horror mai girato” (The Worst Horror Movie Ever Made, 2005). E così, con un semplice titolo, tutto il resto perde di valore. Regista: Bill Zebub. Bill Zebub!!!!!! Tutto il resto è noia; no, non ho detto gioia.

Ci chiediamo ora, in un raro momento di lucidità, che fine fanno in quest’ammucchiata di abomini posticci e sceneggiature mal fatte i nostri gusti. La risposta è che li accantoniamo, perché tutti hanno bisogno di leggerezza, di spensieratezza, di un manichino la cui testa è mozzata dalle chele di un granchio geneticamente modificato.

Che non sempre si può guardare La Mosca di Cronenberg, perché quello è un capolavoro assoluto, e ogni tanto bisogna lanciarsi giù, dall’iperuranio, e sporcarsi le mani con il brutto. Perché abbiamo bisogno di meravigliarci non solo della bellezza di Tarkovskij e Haneke, ma anche di inorridire di fronte all’insulsaggine dei mockbuster della Asylum (casa di produzione specializzata in film trash).

Per dire che noi ce l’abbiamo fatta! Che abbiamo apprezzato (io no) i Transformers e abbiamo riso dei Transmorphers, che Indiana Jones e il tempio di cristallo non rende onore alla trilogia originale ma che c’è di peggio, tipo Allain Quattermain and the Temple of Skulls, che Paranormal Activity non era poi così malaccio ma che Paranormal Entity osa di più, che La leggenda del cacciatore di vampiri non ha lasciato nella storia la stessa traccia di Abraham Lincoln vs Zombies, che Il Codice Da Vinci non può competere con il romanzo mentre The Da Vinci Treasure almeno ha il coraggio di osare, così come Pirate of the Treaure Island (altro che il Jack Sparrow che oggi oramai ci puzza di stantio), che ricavare Atlantic Rim da Pacific Rim è pura genialità…ad libitum.

E allora dove sta il bello e dove sta il brutto? Nei colori sbiaditi di Casablanca o nella versione trash Marrakech (questa l’ho inventata io, ma è plausibile)? Nella bellezza selvaggia di Daria Halprin in Zabriskie Point o nel costume scollacciato di Tara Reid in qualsiasi film con Tara Reid?

Non lo sappiamo, e forse non lo abbiamo mai saputo. Ma quanto ci piace sguazzare nel brutto. Viva la bruttezza! Viva la libertà! Viva Tristan Tzara! Viva Mega Python vs Gatoroid!